Il 5 maggio si è svolto un vivace incontro della Superiora Generale, madre Rosangela Sala, con i ragazzi della Scuola Secondaria di Primo grado.
Sottolineando come la Madre Generale sia il simbolo dell’unità delle suore dell’Immacolata, il preside Rizzi l’ha presentata alle cinque classi presenti in Aula Magna e li ha invitati ad ascoltare da lei come sant’Agostino Roscelli intercetti effettivamente la vita di ciascuno dei presenti, in quanto fondatore dell’ordine delle Immacolatine, e quali siano quindi i motivi che lo rendono una persona così affascinante da spingere ogni anno a celebrare la sua festa.
L’incontro si è svolto in modo vivace e interattivo, poiché gli studenti hanno rivolto molte domande alla Madre, alcune progettate e preparate, molte spontanee e improvvisate; madre Rosangela ha risposto con un sorriso che trapelava dalla mascherina, con una sincerità semplice ed efficace, che è arrivata al cuore dei ragazzi.
E’ stato avviato il dialogo a partire dall’ACCOGLIENZA, molto attuale e “di tendenza”, ma in modo sorprendentemente moderno già base del pensiero roscelliano più di cent’anni fa... per poi approdare al concetto di CARISMA ROSCELLIANO, che madre Rosangela ha definito “un modo di servire gli altri”, di amare tutti coloro che si incontrano ogni giorno e di mettersi a loro disposizione. Alla domanda sulla VOCAZIONE, la risposta non è stata affatto banale: anziché rifugiarsi nel concetto di “chiamata”, forse difficile da ascoltare e comprendere nel mondo di oggi, la superiora generale ha ribadito decisamente che la base della vocazione è il desiderio di NON ACCONTENTARSI MAI e di scoprire che la felicità risiede proprio nel mettere la propria vita nelle mani di Dio, come recita il salmo 35, affidandosi alla Sue scelte per noi.
L’incontro, poi, si è trasformato inevitabilmente in una serie di domande molto personali, poste dai ragazzi non per curiosità superficiale, ma sincero desiderio di comprendere una persona che così efficacemente parlava loro di scelte su cui raramente si ferma l’attenzione. Dopo aver chiesto quali siano effettivamente i doveri e i compiti di una “superiora generale”, infatti, gli studenti hanno domandato come si fosse sentita al momento della nomina a Madre Generale, se era stata sorpresa della nomina, come ha vissuto un ruolo così “importante”, cosa le ha lasciato questo ruolo che sta per terminare... Madre Rosangela ha risposto con molta serenità e con una genuinità che è stata vera testimonianza, più di tante parole artificiose e preparate di qualsiasi conferenza o documentario si possa mostrare a degli adolescenti. Ha condiviso le proprie emozioni e il sentimento di umiltà e incredulità al momento della nomina; ha raccontato le proprie precedenti esperienze da insegnante nella scuola, a contatto con i ragazzi, come momento più bello del suo servizio; ha ribadito che l’importanza del suo ruolo è semplicemente una responsabilità più vasta nel servire TUTTI, non solo nel proprio Istituto o non solo in Italia; ha condiviso quali siano i suoi compiti spirituali di attenzione e cura dell’unione fra le suore, del loro benessere, della loro soddisfazione nello svolgere la loro missione, non solo i compiti legati all’economia, al rispetto delle normative, all’organizzazione pratica delle risorse umane e materiali di tanti Istituti nel mondo (in Italia, ma anche in Canada, tantissimi in Argentina, uno in Cile...).
Come messaggio finale, Madre Rosangela ha poi voluto lasciare ai ragazzi tre immagini, che si fissano facilmente nella mente e diventano portatrici di significato: il crocifisso di Furelos, che protende il suo braccio schiodato verso ciascuno di noi in segno di accoglienza, di cura, di sostegno; una spigolatrice, simbolo di come Dio vada a raccogliere non solo le spighe alte e svettanti, ma anche quelle fragili, scartate, abbandonate, ricavando il bene da ciascuno; una Madonna sorridente che fa il solletico al piccolo Gesù, presente a Firenze e attribuita ad Andrea Pisano, scelta dalla Superiora Generale per ricordare quanto il nostro Agostino Roscelli, come confermano i suoi scritti e le numerose testimonianze, sia stato un sacerdote accogliente e scherzoso, gioioso e contento della propria vita al servizio di Dio.